Coloro tra i Galla che serbano puri i caratteri della razza, sono riputati uno dei più nobili tipi della famiglia umana. Sono generalmente bene aitanti, di vantaggiata statura, con naso aquilino, tinta di rame, e portano i capelli in piccole treccie ondeggianti. Avvezzi sino dalla giovinezza a cavalcare e al maneggio delle armi, sono fierissimi e rotti ad ogni fatica. Rochet d’Héricourt diceva che sotto la guida di un capo intraprendente ed audace potrebbero impadronirsi di tutta l’Africa centrale. A giudizio di Krapf, Salt, Beke, Cecchi, Soleillet, è oramai fuor di dubbio che i Galla per caratteri fisici, per costumi, per lingua, differiscono completamente da tutte le razze che li circondano. Il loro vero nome è Orma od Oroma, cioè i forti, i valorosi, gli uomini per eccellenza ed anche Ilmorma, i figli dei bravi; però anche nei loro canti di guerra si chiamano Galla. La loro lingua è molto armoniosa; Krapf dice che ricorda l’italiano, salvo una maggior abbondanza di vocali, e i loro nomi di luoghi, di cose, d’uomini, sono infatti trascritti dal Cecchi e dal Massaja nella nostra lingua colla maggiore agevolezza.
Le tribù del settentrione che vivono nello Scioa e penetrarono fino nell’Abissinia o minacciano sui loro confini, furono le più studiate. I viaggi del Cecchi ci porsero notizie più diffuse sulle tribù che occupano il Caffa e l’Ennarea, e presentano qualche differenza, specie per ciò che hanno più stabili ordinamenti politici. Menano generalmente vita pastorale e guerriera, sebbene una parte della popolazione, sedotta dai contatti amarici, attende alla coltura dei campi, dando però sempre il primo posto all’allevamento dei bestiami.
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