Massaja, mons. Coccino, il padre Cesare da Castelfranco, Cecchi, Franzoi. I quali concordemente affermano che l’europeo anche dotato di mediocre robustezza, non solo vi potrebbe soggiornare senza pericolo e per molti anni, ma anche attendervi all’agricoltura o alle industrie, usando, s’intende, le necessarie precauzioni. Dimora sana e in luogo elevato, vita regolata, sobria, una fascia di lana sul ventre, e un po’ di cura di non fermarsi in paesi di malaria all’alba e al tramonto, e fuggire il sole del meriggio, sono facili precauzioni, necessarie anche in più d’un paese d’Italia. Curano, del resto, le diarree con laudano; i catarri intestinali con sudoriferi, le laringiti catarrali col taglio dell’ugola, che devono subire quasi tutti; sono comunissime le malattie veneree; Cecchi crede ne fossero affetti due terzi degli abitanti in tutta la regione da lui esplorata. Come in Abissinia, anche presso i Galla la medicina prende sempre colore di magia. Le malattie sono attribuite alle male arti di qualche nemico, o alla collera dello spirito maligno. Hanno particolari pregiudizi sull’influenza morbosa di certi fenomeni celesti, l’alone lunare, l’arcobaleno, le comete. A Saitàn, lo spirito maligno, offrono birra, carne, focaccie unte di burro. I loro maghi o stregoni conservano varie pratiche, le quali dimostrano all’evidenza, che l’islamismo non ha punto soppiantate molte antiche credenze.
Generalmente, il nome della tribù, o della confederazione, è anche quello dello Stato, là, dove può dirsi che uno Stato esista, cioè che le popolazioni siano veramente stabilite sopra un territorio, con un capo riconosciuto ed un comune ordinamento politico.
| |
Cesare Castelfranco Cecchi Franzoi Italia Cecchi Abissinia Galla Saitàn Stato Stato
|