I velluti, le sete, i veli bianchi si vendono come oggetti di lusso.
Il regno di Ghèra è stato il più studiato dai nostri viaggiatori, i quali vedemmo quali lunghe e mortali difficoltà vi trovassero. Non è, a dir vero, più grande d’una provincia, misurando appena tremila chilometri in quadro. Si presenta come un bacino circondato da montagne, con vette leggiermente dentellate, con dolci declivi coperti della più varia e rigogliosa vegetazione, aperto verso mezzodì sulla valle del fiume Gogeb, che lo divide dal Caffa. Nel centro del bacino è un sollevamento sul quale sorge la capitale Cialla, e tutto intorno spianate e valli fertilissime seguonsi con dolce alternativa, interrotte talvolta da brevi catene di colline rotondeggianti. Nelle valli e lunghesso i declivi, i campi arabi sono frequenti di capanne e di villaggi, posti per lo più in posizione ridente. Le valli sono solcate da infiniti ruscelli limpidissimi, che alimentano il Naro, massimo corso d’acqua del regno. Il clima non è salubre, causa il forte squilibrio della temperatura tra il giorno e la notte, e le esalazioni pestifere dei bassifondi pieni di acque stagnanti. Anche qui le pioggie sono copiose e durano a lungo; straordinariamente abbondanti le rugiade. Durante la stagione delle pioggie, l’aria è calda e pregna di vapori, la nebbia frequente.
La popolazione del Ghèra può valutarsi tra 15 e 16,000 abitanti, mescolanza di Oromo e di Sidama, con una piccola aggiunta di Uombarì, venuti dal sud del Caffa; la dinastia regnante è di stirpe oromonica.
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