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      La forma di governo è dispotica a un grado che non sappiamo immaginare, e qui si ha l’unico esempio di una donna a capo dello Stato. La regina (ghennè fà) era stata la moglie legittima dell’ultimo re Abba Migal, e quando Cecchi la vide toccava i 55 anni. Piuttosto alta di statura, dal colorito molto chiaro, dal viso ovale, dagli occhi lampeggianti e scrutatori, presentava nell’insieme una fisonomia nobile, quasi regolare. Affabile nel sorriso, mostrava dietro la sporgenza del labbro inferiore due bianchissime fila di denti. Sotto una apparente bontà e ingenuità di modi, era maestra d’ogni astuzia. Conosceva bene l’arte di sollevare discordie tra i regni finitimi, allargando a loro spese i confini del Ghèra. In tutto il paese erano conosciuti i suoi artifici amatorii, e si ripetevano mirabili cose dei suoi filtri amorosi. E quando cogli anni scemò anche la potenza dei filtri, si cacciò con pari energia nella politica, e riuscì ad imporsi, colla superiorità del suo carattere, tanto, che divenuta arbitra del regno, malgrado la durezza del suo governo, i sudditi le tributavano adorazione quasi divina.
      La regina, come nello Scioa ed in tutti cotesti Stati, è assistita da grandi dignitari, che sono capi di altrettante provincie, dove esercitano ogni potere civile e militare. Reclutano armati e riscuotono tasse senza pietà e senza scrupoli, gareggiando sovratutto a far buona figura colla temuta sovrana. Questa presiede alla giustizia, che si amministra in suo nome, riuscendo sempre vincitore colui che porta doni più cospicui alla reggia.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume X parte I - L'Africa settentrionale
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1887 pagine 1017

   





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