La procedura è spiccia assai, e i contendenti non hanno bisogno d’avvocati, nè hanno codici da citare o magistrati da ascoltare: tutto procede secondo antiche consuetudini, alle quali nessuno può sottrarsi. I poveri perdono quasi sempre la lite; chi vince porta sul capo, eretta e tagliata a foggia di tridente, la lingua di un bue, sino a che cada putrefatta. Le pene, severissime: multe, fustigazione, schiaffi, quando il reo non è squartato vivo, e le membra disperse in pasto alle fiere e agli uccelli. Applicano sovente la tortura, colla stessa convinzione e colla stessa ferocia dei frati inquisitori. Cecchi vide una povera fanciulla percossa sulla faccia con pugni armati di ferro, sino a deformarla tutta in una poltiglia di carne; poi le furono tagliate le orecchie, e pezzo a pezzo le falangi delle dita, e, così deforme, venne legata ed esposta al sole cocente, che la ridusse allo stato di una mummia spaventevole. Chi confessa fra i tormenti è sepolto vivo sino al torace, ed abbandonato così. Pure temono i bianchi più dei loro carnefici, perchè l’astuta musulmana ha saputo persuaderli che noi li uccidiamo per cibarne le carni!
Il regno di Ghèra, come gli altri vicini, produce tief, granoturco, sorgo, dagussa, grano, orzo, piselli, fave e fagiuoli. Spesso fanno due raccolti, e non curano che di provvedere ai bisogni del consumo locale. Forse la terra non basterebbe al rapido moltiplicarsi della popolazione, se la mortalità non fosse molto grande per causa del clima. Una grande carestia insegnò a trar profitto anche della musa ensete, le cui foglie dànno una pasta nutritiva, mentre colla parte filamentosa fanno corde, stuoie, tele ed altro.
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Ghèra
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