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      Nel centro v’è un colossale podocarpus, alto 10 metri, oltre ai due nascosti nel suolo, e con una circonferenza di 3.
      Trecento metri più alto di Cialla, a dieci chilometri in linea retta, sorge Afallò, dove per tanti anni il padre Léon des Avanchers, tra infiniti stenti e con successi pressochè insignificanti diresse una delle missioni etiopiche, fondate dal reverendo Massaja. A cavaliere di Afallò è una montagna, dalla quale si scorge il maggior tratto di paese tutto intorno. Il Ghèra presentasi di lassù sotto la forma di un bacino allungato; al nord un’ampia vallata, coperta di praterie sparse di gruppi d’alberi, come isole sporgenti in mare di sargasse. Da Cialla verso il sud prolungansi invece i contrafforti delle montagne, che, scendendo grado a grado, formano dapprima dirupati e tortuosi burroni, poi ridenti colli alternati con fresche valli ricche d’alberi e di boschetti. Queste valli sono ben separate da quelle del fiume Naso, il quale, raccogliendo tutte le acque che scendono dalle alture circostanti ad Afallò, corre serpeggiando verso il Gogeb, in mezzo a sponde verdeggianti. A sud di questa, si apre la valle del Gogeb, disabitata, e pur bella e interessante per la sconfinata estensione, per le ricche praterie e le maestose foreste. In fondo all’orizzonte al sud, il vasto semicerchio delle montagne del Caffa, e, di là da questa, un’altra catena, più elevata, le cui vette si perdono nei vapori dell’estremo orizzonte, quelle forse, alle quali sin da principio miravano le spedizioni italiane nell’Africa orientale.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume X parte I - L'Africa settentrionale
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1887 pagine 1017

   





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