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      Il regno di Guma è all’ovest del Limmu, da cui lo separa il fiume Diddesa, come il Gabbò lo divide dal Caffa verso il sud. È costituito d’un elevato altipiano, formante una specie di trapezio, inclinato ad oriente sulla valle del Diddesa, nel quale affluiscono i suoi principali corsi d’acqua. Il Guma è meno esteso, ma assai più popolato del Gimma, accogliendo una popolazione di forse 50,000 abitanti, tutti di razza oromonica, belli e robusti guerrieri, quasi sempre in armi contro i Nonnò, sebbene dediti all’agricoltura ed alla pastorizia. Ciora è la capitale del regno, che i nostri non ebbero l’agio di visitare; Abbò fu il suo re più potente e crudele, se oggi ancora narransi di lui atti di ferocia memorabili anche tra quelle ferocissime genti.
      Il regno di Limmu, detto anche Ennarea, ricorda l’antica e vastissima regione di questo nome, che sotto l’impero etiopico estendevasi dai fiumi Abai e Auasch, sino al Caffa. Era questo paese, secondo la tradizione, governato da vicerè, i quali al giungere dell’Oromo Meccia, il conquistatore, verso il 1545, si rifugiarono in parte nel Goggiam, in parte oltre il Caffa. Prima però di questa invasione narrano gli indigeni che negli ultimi anni dello smembramento dell’impero etiopico, due soldati portoghesi, venuti in Abissinia con Cristoforo di Gama, poscia cacciati dall’imperatore Claudio, vi avessero posto dimora, procacciandosi, col loro ingegno e col loro coraggio, grande reputazione fra gli abitanti, così da acquistare l’intera supremazia nel paese.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume X parte I - L'Africa settentrionale
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1887 pagine 1017

   





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