In seguito all’occupazione inglese dell’Egitto questa guarnigione fu tolta, e un Abdulaki, figliuolo dell’antico emiro, riprese il governo. Sapeva l’Inghilterra, che un di lei agente, il maggiore Hunter, teneva d’occhio quei luoghi, da lui percorsi durante molti anni, ed ivi aveva tale influenza ed autorità, da impedirne altrui l’occupazione. La città ha molta importanza per i commerci, cui porgono alimento principale il caffè, le pelli, l’avorio, esportazioni agevolate dal traffico degli schiavi. La giacitura sua, la sua posizione geografica in mezzo a genti Galla, i suoi rapporti colle principali tribù di questi, coi Somali dell’Ogaden, ne fanno un centro, il cui valore crescerà, quando più sicure vie adducano da un lato al litorale, dall’altro al Caffa. Sacconi ed altri avevanvi di già fondato case di commercio, e la spedizione Porro proponevasi di avviare nuovi traffici, e continuare verso il sud-ovest, continuando il programma della prima impresa italiana. Caddero trucidati ad Artù tutti quanti la componevano, e dopo molti mesi, nei quali si commemorarono con degne parole, l’Italia seppe che il re dello Scioa aveva occupato con grande strage l’Harar, costringendo l’emiro a fuggire nella montagna, passando a fil di spada tutti i maggiorenti, traendo schiavi quanti più altri gli fu possibile. Dall’Harar al litorale le vie potrebbero essere così libere ed aperte, e ben può dirsi che chi sia davvero amico di Menilek possa oramai compiere il programma della prima spedizione italiana nell’Africa orientale ed acquistarvi una posizione dominante.
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