Dopo tali pubblicazioni la geografia di questa parte dell’Africa dovrà essere in gran parte rifatta. Frattanto giova aggiungere qualche notizia più diffusa su questo paese, e ci serviamo principalmente delle relazioni del conte Antonelli, che più volte lo percorse e vi dimorò a lungo.
Lo scioano è in tutta l’estensione del termine un bel tipo: di alta statura, ben proporzionato, occhi grandi ed espressivi, lineamenti del viso nobili e regolari, denti bellissimi e bianchi come l’avorio, portamento fiero e dignitoso; egli è agile come una gazzella e instancabile camminatore, sobrio come un anacoreta, resiste alle privazioni dei lunghi viaggi, è l’ideale del vivace e svelto montanaro. Le donne instancabili nei lavori della casa e vere bestie da soma nei viaggi, hanno forme perfettissime, e per la regolarità e finezza delle linee del loro viso, per la vivacità degli occhi, per la bellezza della bocca nulla hanno da invidiare alle beltà europee. E penso che deve essere stato sempre così, se non meglio, se è vera la tradizione etiopica dell’origine a cui fanno rimontare la dinastia dei loro Re; quando cioè la regina Saba andò con ricchi doni di oro, avorio, muschio dal Re Salomone per consultare quel Grande. Salomone, con quel senso di giustizia che rimase celebre, riconobbe nella Regina Saba una gran bella donna; e come pegno della sua approvazione la rimandò in Etiopia con un piccolo Salomone, che fu poi il celebre Menilek I, primo Imperatore, la dinastia del quale (secondo gli Etiopi) ha sempre continuato a regnare ed in oggi sarebbe rappresentata nel ramo legittimo maschile dell’attuale Re dello Scioa.
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