Questi sono i tamburi che accompagnano nelle chiese il canto dei salmi. Gli strumenti da fiato sono trombe spropositate, della forma e lunghezza di quelle che Verdi ha messo nella sua Aida, con la differenza che quelle sono di canna ricoperte di pelle: il tono è acuto ed assordante e le note non sono più di 3 o 4; i flauti sono parimenti di canna, e l’imboccatura è alla testa del flauto, che mettono a destra all’attaccatura del labbro superiore ed inferiore; soffiano là dentro: otto buchi fanno di poco variare il tuono, e la cadenza è sempre identica, che però per la dolcezza del suono non è sgradevole. L’istrumento più prediletto e comune a tutti i soldati è una specie di chitarrino di legno, ricoperto di pelle, con 6 corde, pel quale instancabilmente fanno per più ore risuonare la stessa cadenza…
Nello Scioa, abbiamo nel basso le pianure e i terreni ondulati, sugli alti monti, spazi di terreno ristrettissimi ed appena accessibili; qui invece la pianura la troverete a qualche migliaio di metri in alto ed i precipizi nel basso. Gli Abissini, a queste distintissime regioni hanno dato il nome di Kolla, alle basse che in altitudine sul livello del mare non superano i 2,000 metri; di Degà a quelle dai 2,400 ai 3,000 metri; tutta la parte poi compresa fra i 2,400 ai 2,000 metri è chiamata Voina-degà.
I monti poi di spropositata altezza, come la catena del Talba Oha da noi visitata nel Goggiam, dove uno dei picchi più alti, il Monte Rabà, sta ad una altezza di 4,100 metri circa, sono detti Ciokè.
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