A guardia delle porte sta notte e giorno un certo numero di soldati egiziani, che nel venerdì (il giorno sacro dei musulmani) innalzano in cima alla torre le loro bandiere. Le case in generale sono piccole, costruite in quadrato o rettangolari, colle pareti interamente spalmate d’argilla bianca, munite di finestre, che dànno per lo più in un piccolo cortiletto e nel giardino e mai all’esterno dell’abitazione. Il tutto è formato secondo il costume egiziano, da una terrazza, la quale talvolta serve anche a raccogliere l’acqua piovana e a condurla entro il cortiletto, ove trovasi un’apposita cisterna. La maggior parte delle case è di costruzione recente. In generale le abitazioni, prima, dovevano essere tutte, o quasi, somiglianti a quelle che s’incontrano nella parte più bassa della città, dove interi sobborghi sono formati da capanne coniche, costruite in legno, terra e paglia, secondo la maniera comune alla gente galla. In questi sobborghi specialmente abitano le classi più povere dei nativi e vi si raccolgono numerosi gli Abissini ed i Somali, che in grandi carovane, quasi continuamente, vengono e vanno da Harar pei loro commerci.
«Da quanto ci si disse, gli abitanti di Harar, che sono una mescolanza di Galla, di Sadoma, di Somali, di Abissini e di Arabi, hanno oramai una sola religione, la musulmana, nella sua forma più severa. Mostrano però un rispetto particolare per le loro donne, le quali, se spesso dominano in seno alla famiglia, meritano la loro autorità colla cura delle cose domestiche e coll’assiduità al lavoro.
| |
Abissini Somali Harar Harar Galla Sadoma Somali Abissini Arabi
|