Il nuovo emiro è uno sciocco, dominato interamente da quei fanatici che lo circondano. Egli segue in tutto e per tutto le orme del padre, e quel che si sente dire dell’emiro e della sua Corte, non è certo lusinghiero per l’Inghilterra, che volle innalzarlo a quella dignità, in onta a tutti gli avvertimenti che le venivano dati. L’emiro ed i suoi non vogliono tollerare nessun commerciante nel paese, e quei pochi Italiani e Greci che vi erano rimasti, dopo la cessazione del dominio egiziano, sono stati tutti cacciati via, dopo essere stati più volte bastonati. Protetto da una banda di ladri armati di remington, l’emiro fa scorrerie con altri capi nelle contrade vicine, e vende pubblicamente i prigionieri sul mercato di Harar. Il governo dell’Harar è una vergogna per l’Inghilterra, e bisogna renderla responsabile dello stato presente di quel paese, poichè essa non doveva mai abbandonare l’emiro a sè stesso. Le conseguenze più dolorose furono, pur troppo, sopportate dagli Italiani. Una spedizione partita in sul principio del 1886, sotto la guida del conte Porro, e della quale facevano parte valorosi esploratori, come Licata, Zannini, Cocastelli di Montiglio, Romagnoli, Gottardi, Bianchi ed altri, venne tutta distrutta: lagrimevole eccidio, che suscitò in Italia una triste e profonda impressione, e mostrò come male sieno tutelati la vita e gli interessi degli Italiani in Africa].
(450) MOHAMMED-MOUKHTAR, Bulletin de la Societé Géographique du Caire, vol. I, pag. 369.
(451) Movimento d’affari ad Harar, registrati dalla dogana nel 1879: 3,750,000 lire.
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