(669) CAILLIAUD, LEPSIUS, opere citate; – G. MASPERO, Note manoscritte.
(670) HOSKINS, Travels in Ethiopia.
(671) SIDNEY ENSOR, Journey through Nubia to Darfoor.
(672) G. POUCHET, Dongolah et la Nubie.
(673) [Gli avvenimenti politici di questi due ultimi anni non hanno permesso di continuarla, secondo il progetto esistente.]
(674) RUSSEGGER, Reisen in Europa, Asien und Afrika.
(675) HÉRON, Note manoscritte.
(676) BRUGSCH, Geographie des alten Ægypten.
(677) LAUTH, Ausland, 1872, n. 41.
(678) «Se di tutto il passato che ci ha condotti al presente si potesse risalire alla fonte arcana, se delle credenze e dello scibile si potesse investigare la remotissima origine, come scientificamente si potè per l’alfabeto, molto più che non ci crediamo, ci riconosceremmo debitori verso gli Egizi. Quanta gran parte di merito forse loro appartiene che ai Fenici, popolo di navigatori e mercanti, è attribuita! E in arte a quale altezza non giunsero? Quale statua greca ha maggior vita che lo scriba egizio del Louvre? Molto più forse non fece la Grecia che perfezionare ciò che da loro apprese. Ai rami, già di belle foglie vestiti, frutti aggiunse e delicati fiori. Nelle tombe di Ben Hassan non vediamo, per esempio, colonne doriche anteriori di molti secoli alle più antiche colonne elleniche di tale ordine? E quante idee e cognizioni di religione, arte e scienza ci devono essere venute dalla terra dei Faraoni! Chi non rammenta il mito che da egizia progenie fa nascere i fondatori di Tiro e della greca Tebe, la tradizione che Solone, Platone e Pitagora studiassero a Eliopoli, la lunga dimora del popolo ebreo, i suoi capi educati nelle scuole di Menfi e Tebe, Mosè detto da Strabone un sacerdote egizio?
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