Quante massime nei marmi e papiri dell’Egitto eguali o simili a dommi e a dettami di successive religioni! Il mito di Api non contiene esso pure i germi della metempsicosi? E non è pure egizio il concetto della divinità una a un tempo trina? Il cristianesimo, benchè nato in Palestina, non fu alterato in Alessandria.
«Intellettualmente, figli, più che la storia non dica, siamo noi, Europei, di tale illustre popolo e figli certo più che non siano i moderni abitatori dell’Egitto. Che hanno essi di comune cogli Egizi? Ne lasciarono le credenze per quelle dei conquistatori greci, ne lasciarono la lingua per quella dei conquistatori arabici; e che è rimasto loro delle loro scienze, delle lettere, delle arti antiche? Nulla affatto, neppure la memoria. Chi all’opposto fece parlare l’antica scrittura muta da secoli? Chi tolse pienamente all’oblio, alla decadenza, alla rovina i monumenti egizi, li raccolse, li studiò, li illustrò? Gli Europei, sempre gli Europei, senza dei quali l’indigeno ai monumenti del proprio paese avrebbe pensato soltanto per distruggerli». PEROLARI-MALMIGNATI, L’Egitto degli Egiziani, Milano 1886, p. 133-134.
(679) MARIETTE, Aperçu de l’histoire de l’Égypte.
(680) BIOT, Recherches sur quelques dates absolues, seduta dell’Accademia delle Scienze, 7 febbraio 1853.
(681) Genesi, cap. XLVII, versetti 13 a 26.
(682) MARIETTE, Des nouvelles Fouilles à faire en Égypte, Accademia delle Inscrizioni, 21 novembre 1879.
(683) F. LENORMANT, Les premières Civilisations.
(684) IDEM, ibid.
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