Nè più agevole era l'accesso dalla parte del mare, dove neanche le piccole galere degli antichi potevano penetrare nel porto ora poco meno che scomparso di Ostia, e la foce del Tevere rimase vietata sino a che non si aprì almeno ai piccoli velieri ed ai leggerissimi vapori il canale marittimo di Fiumicino, protetto da dighe e da palizzate artificiali in un mare che sempre più si allontana. Ancora a' dì nostri i porti di Roma sono Civitavecchia, Santo Stefano, Napoli, Ancona, ma tutti i progetti "per condurre il mare a Roma", per costruire un porto degno della capitale, in una parola per renderla accessibile ai commerci marittimi, se anche nel nome di Giuseppe Garibaldi, sono rimasti lettera morta, e la vita commerciale e industriale vi ha uno sviluppo lento, difficile, poco meno che artificiale.
La posizione di Roma come centro di scambi non giova dunque a spiegare la potenza di codesta città dominatrice, se non per una assai piccola parte. Indipendentemente dalle cause, che si devono ricercare nell'evoluzione storica dello stesso popolo, la vera ragione della grandezza di Roma, quella da cui essa trasse codesta forza prodigiosa d'assimilazione politica dell'antico mondo, si è la posizione assolutamente centrale da essa occupata in relazione a tre grandi circoli concentrici corrispondenti, per la città di Roma, ad altrettante fasi del suo sviluppo storico. Nei primi tempi della sua lotta per l'esistenza contro le città vicine, il piccolo popolo che fu l'antenato dei fieri cittadini romani si trovava favorevolmente collocato nel centro di un bacino assai limitato, circondato da montagne poco elevate, ma pur sufficienti a proteggerlo da improvvise invasioni.
| |
Ostia Tevere Fiumicino Roma Civitavecchia Santo Stefano Napoli Ancona Roma Giuseppe Garibaldi Roma Roma Roma
|