Essi valsero a riempire un golfo vastissimo, ancora nel periodo post-terziario, un golfo che doveva essere la continuazione dell'Adriatico, e la cui profondità è attestata dai pozzi scavati nella pianura, i quali solo a grandi profondità raggiunsero i sedimenti marini, e dai laghi subalpini, che in altri tempi erano veri fiordi, come quelli che oggi ammiriamo nella Norvegia. Che se anche questa enorme cavità della fine del terziario interrotta dalle alture di San Colombano, ed illuminata dal bagliore dei vulcani Berici ed Euganei era chiusa da due pareti simmetriche, il contributo delle Alpi fu assai più grande di quello degli Apennini, e così il Po scorre assai più a sud di quella che doveva essere e fu probabilmente la linea mediana di depressione dell'antico golfo. Quando le acque dell'Adriatico penetravano nelle valli alpine, fra le radici del Monte Rosa e del Monviso, l'Italia era riunita soltanto dal sottile peduncolo degli Apennini liguri, a meno che tuttavia il mare non avesse ancora distrutto l'istmo di montagne che congiungeva la Corsica e la Sardegna alle Alpi continentali.
Nessun'altra regione d'Europa e più ammirabilmente circondata da una cinta di montagne, e ben poche contrade nel mondo possono a questa paragonarsi per la magnificenza degli orizzonti. Al sud gli Apennini si elevano oltre la zona dei boschi, spiccato contrasto coll'immensa pianura uniforme, per i loro macigni, per le foreste, per i pascoli verdi; all'ovest ed al nord, dal colle di Tenda ai passi dell'Istria, si ergono nella loro sublimità le grandi Alpi, coi loro ghiacci perpetui.
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