Così quel massimo fiume che collega tutta la vasta regione scorre dapprima nel centro di essa, torrente montano o fiume modesto, quasi incerto della sua via, poi volge definitivamente ad oriente, dividendo l'Emilia dalle pianure lombarde e venete, ed anche in queste è diverso, poichè se nelle prime continua ad accogliere affluenti e cresce rapidamente sino a diventare il primo fiume italico e uno dei maggiori d'Europa, dopo aver ricevuto ancora il Mincio e la Secchia, eleva i suoi argini e si chiude, costringendo le altre acque a cercare una propria via al mare. Così il Piemonte è una regione montuosa, piana il Veneto, mista la Lombardia, ed i popoli che le abitano ritraggono della natura del suolo, e le città loro ebbero diversissima istoria e recarono alla gran madre Italia il contributo di qualità e di difetti, di genii e d'opere, di monumenti e di civiltà non poco diverse.
Alpi furono dette le montagne che cingono l'Italia da antichissimi tempi, da una radice comune alle lingue arie che significava alto o bianco, e forse le due cose insieme. E valse anche per nome generico di monte, di passo, persino di pascolo. Ma si può dire non si ebbe dai dotti alcuna idea precisa delle Alpi sino al passaggio d'Annibale per il piccolo San Bernardo, ai viaggi di Polibio, ed alle conquiste di Roma, che le superò da tutte le parti, vi costruì od adattò strade, vi seminò i ricordi dei suoi trionfi, come l'iscrizione della Turbie, sulla quale si leggevano i nomi di 44 popoli alpini. Silio Italico le cantava infatti nel suo poema e Strabone le descriveva dando alle Alpi una estensione molto più grande, e descrivendone di propria scienza l'orrida natura, e i lunghi e duri inverni.
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