Fra le estreme propaggini del Rosa si insinuano le valli biellesi, sede di una popolazione industre; il passaggio fra la montagna e la pianura, a levante di esse, si attenua con monti di mediocre altezza, e le colline della bassa Valsesia e le ridenti ondulazioni che si estendono fra il Lago d'Orta e il Lago Maggiore, dominate dal belvedere granitico del Motterone.
La Graje e le Pennine hanno sulle altre Alpi occidentali il vantaggio di svariati giacimenti minerali, banchi di antracite, strati di ferro magnetico, piriti di ferro e di rame, e le alluvioni aurifere di molti fiumi. Fra i marmi e le pietre basterebbe segnalare i magnifici graniti di Baveno. Ma fanno ancora difetto i mezzi di comunicazione, sebbene la popolazione, nel breve spazio che le è concesso dalla grande altitudine di queste Alpi, si addensa tanto che a nutrirla non bastano il suolo e le industrie e molti emigrano nella pianura padana od oltre le Alpi. Fra tutti i passi delle Pennine celeberrimo è quello del Gran San Bernardo (2467 m.), che farà comunicare, tra non molto anche con una via carrozzabile, la valle della Dora con quella del Rodano, Aosta con Martigny ed il Lemano. Fu in ogni tempo il valico più frequentato delle Alpi; di là passarono i Longobardi, i Franchi, Carlomagno, i Tentoni di Barbarossa, Napoleone coi carri e le artiglierie che fulminarono a Marengo. Vi fu eretto nel 962 un convento, ricco di beni e di ricordi, presso un lago gelato per nove mesi dell'anno, e fra l'infierire della tormenta che sorprende e seppellisce talvolta i viandanti, al cui aiuto i frati mantengono i cani famosi.
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