Quella della Doria Riparia, che raccoglieva i ghiacci del Monginevro, del Tabor e del Cenisio, era due volte più lunga e le morene da essa sospinte fino nelle vicinanze di Torino formano un vero anfiteatro di colline qua e là dilagate dalle acque: i paesani danno ad esse il nome di "regione delle pietre".
Più al nord tutte le correnti di ghiaccio formatesi nella concavità delle Alpi Pennine, dal Gran-Paradiso all'ammasso del monte Rosa, si riunivano in un solo fiume di 130 chilometri di corso che sboccava nella pianura ben oltre Ivrea, le cui gigantesche alluvioni si mostrano a 330 ed anche a 350 metri al disopra della valle ove scorrono oggi le acque della Dora Baltea; una semplice morena laterale, la "Chiusa" o Serra d'Ivrea con i declivi rivestiti di castagni, si sviluppa sovra una lunghezza di 28 chilometri all'est del fiume simile ad un baluardo inclinato d'una perfetta regolarità. All'ovest la grande morena chiamata collina di Brosso è meno notata perchè meno alta e profilata sovra una massa avanzata delle grandi Alpi; ma al sud il bastione, logorato della morena frontale, si svolge in un semicircolo quasi perfetto. Nei detriti ammonticchiati al piede dell'antico ghiacciaio, le roccie scrostate dal monte Bianco sono frammiste a quelle che un giorno facevano parte del Cervino.
N. 14. - ANTICHI GHIACCIAI DELLE ALPI.
[vedi 014.png]
Tre grandi e primarii sistemi glaciali si distinguono nelle Alpi Occidentali, e sono quelli che traggono il nome dalle due Dore e dal Ticino. Uno di essi è ridotto a proporzioni molto modeste, quello della Dora Riparia, perchè alle sorgenti di essa si trovano appena le brevi e rapide vedrette della punta Ramière e del Bec de Balmas, i piccoli ghiacciai del Galambra, e quelli delle roccie d'Ambin, che hanno essi pure breve superficie.
| |
Doria Riparia Monginevro Tabor Cenisio Torino Alpi Pennine Gran-Paradiso Rosa Ivrea Dora Baltea Serra Ivrea Brosso Alpi Bianco Cervino Alpi Occidentali Dore Ticino Dora Riparia Ramière Bec Balmas Galambra Ambin
|