Su queste Alpi sono state costruite numerose strade mulattiere e case di caccia, dove singolarmente si compiaceva il gran Re, che specchiava il viso severo nelle acque dei laghetti di Fremamorta, delle Portette, di Valscura, circondati dalle squallide rupi care ai camosci, o pescava le trote in quelli che mandano le loro acque a Vinadio, mentre un lago ai piedi dell'Argentera non consente la vita ad alcun pesce.(30)
Nelle valli di Saluzzo, di Pinerolo, di Susa, basterebbe quella corona di laghi e laghetti che domina ed alimenta le sorgenti del Po. Bellissimo fra tutti il lago di Fiorenza (ett. 3.4), con le trote squisite, in una conca verde, sopra il piano acquitrinoso che ebbe il nome da un ignoto Re ivi attendato; intorno ad esso, più in alto, o sulle altre falde del Monviso, si succedono il lago Alto, il Grande di Viso (ett. 2.66), quelli di Prato Fiorito, della Pellegrina, dell'Alpetto, e il lago di Costagrande, dominati della titanica gradinata delle Balze di Cesare. Dentro una profonda conca si annida anche l'Adret de Laus, origine del Pellice, alimentato dalle nevi del Granero. Fecondo di saporitissime trote è il laghetto del Moncenisio, agghiacciato per sei mesi dell'anno, nel quale si specchia il celebre ospizio fondato da Lodovico il Pio, ricostruito da Napoleone I, centro di predilette escursioni se altro mai per botanici, geologi, alpinisti. Sulla via da Cesana a Bousson è il lago Nero, nel quale galleggia una "Vega", e si specchia una cappella con una vetustissima scoltura in legno della Madonna.
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