Così quasi ogni sentiero, ogni valico, ogni conca offre pittoreschi laghetti, che talvolta mancano persino di nome. Anche l'alta valle di Susa ha un lago Nero, dove la notte uno spirito maligno emerge dalle acque e gitta grosse pietre contro i pastori.
N.17. -- PASSO E LAGO DEL MONCENISIO.
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Dove s'apre la Comba di Susa, al di qua delle Chiuse, si trovano i due laghetti d'Avigliana, piccolo e grande, consacrati a San Bartolomeo e alla Madonna, per propiziarli del misfatto degli antenati, quando sorsero cotesti specchi d'acqua dove sprofondò l'antichissima Avigliana, punita di aver ricusato asilo a Gesù Cristo mendico. Felix culpa, se Torino ora vi si abbevera e le sue industrie ne traggono copioso alimento.(31) Dai Tre "lajet" si denomina il colle che da Lemie porta a Viù, e scendendo dal quale si trovano ancora i laghetti di Ovarda e di Viano: quest'ultimo ha le acque del più belverde smeraldo, e la notte è fama vi convengano tutte le streghe della valle di Viù, che ballano intorno, mentre i silfi suonano melodie appassionate. Sulla strada meno faticosa che dalle valli di Lanzo conduce in Savoia dorme il lago d'Autaret, a 363 metri sotto il valico (3300 m.), spesso gelato, quasi sempre coperto di neve sugli orli, sebbene lungo 450 metri e largo 100, come il lago Marcorin, caro ai riposi di chi scala l'Uja di Mondrone, e dal quale, nei tre o quattro mesi in cui non gela, scende il Rio Pissai. Anche qui quasi ogni valle ha il suo lago Nero o Scuro, come quello che sorge nell'orrido vallone d'Engio sotto agli altri di Lazin e della Lozera, dove si abbeverano due o tre mesi dell'anno i bestiami dei pascoli estremi.
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