Il Lombardini ha calcolata la superficie dell'intero bacino del Po a 69,382 chilometri quadrati, dei quali 40,056 montani e 28,236 pianeggianti; altri la calcolano di maggiore ampiezza, lo Strelbitzky sino a 74,907 chilometri quadrati. Assai varia è la pendenza, dalle radici delle Alpi Marittime, delle Cozie e delle Graje sino all'Adriatico, fra le altre Alpi e l'Apennino, nella pianura che s'allarga da Treviso a Cesena. Nel primo tratto, fra le sorgenti (2041 m.) e Paesana (590 m.), percorrendo in linea retta appena 16 chilometri, è un vero torrente, con una media pendenza del 90 per mille. Nel successivo tratto di 74 chilometri sino a Torino, ha una pendenza del 5 per mille, e nel tronco fluviale che corre dall'antica capitale sino al mare, scema alla media di meno che 4 m. su 10 chilometri. Ad Ostiglia, a 149 chilometri dal mare, il pelo di magra è a 9,08 metri e il fondo a 2,15 dalla comune alta marea della foce, dati che si riducono rispettivamente a 3,96 e 3,51 metri a Pontelagoscuro, ed a 0,52 e 0,34 all'idrometro di Cavanella. L'intero corso del Po misura 652 chilometri, che G. Marinelli riduce a 616, e Strelbitzky a 570, quasi per mostrarci che anche le scienze esatte possono essere una opinione! Il lungo corso e la varia pendenza danno ragione dell'assai diversa velocità, e delle diversissime materie che ne costituiscono il fondo; le acque scorrono prima fra grossi macigni, poi fra ghiaie grossolane, più abbasso travolgono sabbia e limo, poi belletta e fango. Così le maree dell'Adriatico ne risalgono a lungo il corso, e la chiamata di sbocco si fa sentire assai dentro terra, come i rigurgiti, nei venti siroccali che coprono d'acque anche la piazza di San Marco a Venezia.
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