Da una fotografia dello stabilimento Alinari di Firenze.
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Sull'altra riva del Po pochi fiumi meritano d'esser seguìti nel breve e rapido corso. A menzionare appena la Bronda, troviamo la Varaita, che si forma a Casteldelfino dai due rami di Bellino e di Chianale, bagna Sampeyre e Costigliole Saluzzo, e si versa nel Po a sud di Pancalieri, dopo un breve corso di 85 chilometri. Anche il corso di questo fiume è stato modificato a Casteldelfino da una frana enorme, che distrusse l'antico villaggio, cui Umberto II, delfino di Vienna, ancora non aveva mutato il vecchio nome di Sant'Eusebio. Anche la Maira o Macra nasce dalle Alpi marittime, scorre parallela alla Varaita, bagna Dronero, Savigliano, Racconigi, e si gitta nel Po a pochi chilometri dal confluente della precedente dopo un corso di 108 chilometri. La valle della Macra va celebrata per quei suoi 16 comuni, i quali, dai tempi più oscuri del medio evo sino al XVI secolo, si ressero autonomi con privilegi larghissimi, come una confederazione sulla quale il principe aveva soltanto l'alta sovranità, mentre è oggidì tra le più frequentate dagli alpinisti per la pittoresca natura. Alla Maira scende dal colle del Mulo la Grana, bagnando Castelmagno e Valgrana, per scorrere da Centallo quasi parallela ad essa e confondervisi, col mutato nome di Mellea, oltre Savigliano. Fra la Macra ed il Tanaro non scende al Po alcun corso d'acqua dalle Alpi, ma solo dai colli del Monferrato, che formano i brevi e poveri torrenti di Meletta, di Banna e gli altri minori.
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