Dopo il Belbo, che ha pure un ragguardevole corso, il Tanaro accoglie il maggiore dei suoi affluenti, la Bormida; discesa per doppia sorgente dagli opposti fianchi del Settepani,(35) essa bagna da un lato Spigno, dall'altro Millesimo, riceve, dopo l'unione dei due rami, l'Erro, sceso dalle combattute colline di Montenotte, e l'Orba nella pianura memorabile di Marengo. La Scrivia è il primo dei torrenti che scendono esclusivamente dall'Apennino, dove nasce ad ovest del Monte Corsico, corre lungo la ferrovia dei Giovi sino a Serravalle ed ivi volge al nord su Tortona, per entrare nel Po poco oltre il Tanaro, dopo un corso di 85 chilometri. Così da tutta la cerchia delle montagne del Piemonte, come canta il poeta:
con melodiaMesta, da lungi risonante, come
Gli epici canti del suo popol bravoScendono i fiumi.
Scendono pieni, rapidi, gagliardi.
Oltre ai fiumi, dono della natura, questa terra, come tutta l'Italia settentrionale, ha una mirabile rete di canali o fiumi artificiali. La pianura del Po è il paese classico delle irrigazioni, quello che servì di modello a tutta l'Europa. La Lombardia specialmente, tutta la parte poco declive o pianeggiante del Piemonte, come la Lomellina a monte del Ticino, come le provincie di Ferrara e Rovigo sono meravigliosamente irrigate a mezzo d'un sistema di arterie e di vene, che portano, con l'acque fresche o tepide, la vita a tutti i campi esausti. Fin dalla metà del medio evo, quando ancora quasi tutta l'Europa era in preda alla barbarie, i principi e le repubbliche italiane praticavano già l'arte di ramificare all'infinito i loro fiumi a mezzo di canali d'irrigazione e di prosciugare le pianure basse mediante fossi di scolo: essi non ebbero d'uopo degli insegnamenti degli Arabi per scoprire i segreti dell'idraulica.
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