Celebre fra tutte sono le terme di Acqui, dove le acque termali scaturiscono in una piazza pubblica, quasi nel centro della città, da una rupe calcare detta la Bollente. Si raccolgono in un serbatoio e sono limpidissime, senza colore, con un leggierissimo odore di uova fracide, il quale, come si raffreddano, svanisce. La Bollente fornisce nelle 24 ore circa 7000 ettolitri d'acqua ad una temperatura di 75 centigradi, e mentre di fuori accorrono i malati a chiederle salute, gli abitanti ne usano per cuocere il pane e le vivande. A un chilometro scaturiscono le sorgenti dei Bagni, ed ivi, sin dai tempi antichissimi, sorgevano celeberrimi Terme, argomento di dotte illustrazioni in ogni secolo, da Strabone a Cardano, da Plinio a Bunsen, da Tacito a Schivardi. Altre sorgenti fredde furono scoperte nel 1787 e si usano dal 1810. E dal fondo delle vasche si estrae il fango o limo, morbido, pastoso, tenace, omogeneo, dal color della cenere e dall'odore del solfo, che s'adatta alle membra malate di non poche delle cinquemila persone che un anno sull'altro convengono a queste Terme.
Le sorgenti di Valdieri sgorgano dai monti del Matto e della Stella, e sono condotte nelle Terme del villaggio, dove possono fornire da cinque a seicento bagni al giorno a 69 centigradi; i nomi delle sorgenti, vitriolata, magnesiaca, di Santa Lucia, di San Lorenzo, farebbero credere a quantità di sostanze fisse ben più considerevoli di quelle sospese in queste acque ed a cure meravigliose. Vi contribuiscono le muffe, sostanze mucose o tubolose, amorfe od organiche, masse di sostanza lubrica, fangosa, ottenute facendo scorrere le acque su tavole di legno, e conservate nell'acqua calda.
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