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      Alla buona salute degli abitanti giova anche la copia delle acque, scorrenti nelle regioni alpine, tratte nella pianura dai pozzi, e da alcuni anni anche condotte dai laghi e dalle pure sorgenti della montagna. Il consumo della carne è maggiore che in altre parti d'Italia, ragguagliandosi in media a 13 chilogrammi per abitante, ma se è ben superiore a questa media nelle città, ed abbastanza diffuso anche nelle campagne, il consumo della carne diventa pressochè nullo nelle montagne, dove l'alimentazione è quasi esclusivamente vegetale o lattea, talvolta di castagne, di frumento non ben maturo, di granturco non bene asciutto. La popolazione vive abbastanza a suo agio, in case a più piani nelle città, assai dispersa nelle campagne e nei casolari delle Alpi, dove vi sono comuni con cinquanta o più frazioni o casali sparsi. Non mancano anche capanne e stamberghe dove entra la pioggia e soffia il vento, e molti tra i meno abbienti delle città devono cercare ricovero nelle soffitte od in quartieri dove l'igiene è spesso un desiderio vano. Rarissime sono invece le abitazioni sotterranee, ma in alcune valli quasi tutte diventano tali, per ciò che per mesi e mesi sono prive d'ogni luce di sole, e vi crescono dentro abitanti soggetti al gozzo, specie le donne, nè sono rari i cretini, una delle piaghe della Val d'Aosta e d'altre contermini, una delle cagioni di maggiori riforme degli inscritti alla leva. E di rimando, nella pianura irrigua, specie dove è estesa la coltivazione del riso, sono diffuse le febbri malariche, che danno luogo talvolta ad infezioni palustri assai diffuse.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume V - Parte seconda - L'Italia
di Elisée Reclus
Società Editrice Libraria Milano
1902 pagine 794

   





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