Anche le agglomerazioni industriali hanno contribuito a deteriorare la salute, nè giovarono certo alla bellezza dei lineamenti, al colorito, al vigore delle popolazioni, che talora, in troppo giovane età, trovano impiego nei grandi opificii.(38)
L'Italia fu chiamata il giardino d'Europa e il titolo bene appropriato esprime tutta la varietà e la bellezza della sua flora, che dai licheni dell'estrema Islanda va sino alle palme ed alle altre piante dei tropici. Gli studii, per cui, specialmente in questo secolo, andarono famosi i nomi di M. Tenore, V. Cesati, F. Parlatore, T. Caruel ed altri, condussero alla descrizione di ben 15,000 specie di piante, tra le quali prevalgono le tallofite (9917 specie, tra cui 6402 di funghi), e vengono appresso le angiosperme (3954 specie), le briofite (865), le pteridofite (85), e le gimnosperme (20). Ma il numero va rapidamente crescendo, e vi sono piante che appena introdotte si estendono rapidamente come l'elodea canadensis che in tanti luoghi soppiantò in pochi anni qualsiasi vegetazione acquatica. Più che secondo le divisioni naturali, la flora italiana si distingue tra la regione alpina, la montana boschiva, la padana, la peninsulare e la sommersa; ma anche in quelle si presentano diversità notevoli.
Sulle Alpi, sopra i boschi, sopra i pascoli più frequenti, troviamo una flora che non è speciale al Piemonte, ma comune, con notevoli diversità nelle Alpi dolomitiche, a tutta la catena. Traccie di vegetazione constatò C. Martins anche sopra i 3500 metri, sul monte Bianco, ma la flora alpina incomincia veramente sotto questo limite, con specie di piccole dimensioni e di breve durata, quasi tutte erbacee.
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