Più in basso, questa vegetazione comincia a costituire le cotiche erbose dei pascoli alpini, con le carici, le festuche, i triseti, od i cespugli compatti di androsaci, di astragali, di sassifraghe, e gli uni e gli altri si alternano ai muschi e ai licheni, che variamente chiazzano di verde, di giallo, di bruno, i bianchi ghiajoni e le nude pareti delle roccie. Già in questo estremo mondo vegetale si ammirano eleganti corolle risplendenti dei più vaghi colori, dove l'azzurro dolce delle campanule e il cupo delle genziane contrasta col giallo dorato delle ranuncole e delle potentille, col candore niveo dell'edelweis. Un po' più abbasso si trovano le varie specie di rododendri, i mughi, e qualche varietà di ginepro, che rivestono i pendii, coronano le sporgenze e le cornici dei dirupi, seguono i ghiajoni.
Sopra la regione montana o boschiva appena alcuni fiori della pianura osano avanzarsi. Ivi è una popolazione bassa, a ceppo perenne, a foglie strette, spesso vellutate ed argentee, aromatiche, coi colori fiammeggianti dell'auricola, col profumo soave della nigritella. Qui sopra non più foglie narcotiche, soltanto qualche ranuncolo, gli aconiti, i bianchi veratri ascondono nei loro succhi veleni. Carovane di pallide orchidee, di gigliacee, di primulacee scalano il monte; processioni di ombrellifere, di crocifere, di alsinee, di papilionacee, portano di rupe in rupe i loro coloriti stendardi; turbe di rosacee, di sassifraghe, schiere di citisi, di antillidi, di gigli, gaje bande di genziane, di soldanelle, di achillee, di viole, di miosotidi piantano i loro mai sulle porte di invisibili innamorati.
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