Troviamo infatti intensamente coltivata la vite in pendici apenniniche od alpine, o su colline di origine glaciale, nel Tortonese e nel circondario di Novi, indi a Mondovì, Saluzzo, Pinerolo, Susa, Caluso, Ivrea, Biella, per venire fino a Gattinara, Ghemme e Sizzano. I luoghi dove il vino ha maggior importanza, tanto per la buona qualità che per la notevole quantità, sono le colline dell'Astigiano, del Monferrato, delle Langhe, dell'Alto Novarese, del Canavese e della Val d'Aosta.(50)
I vini del Piemonte sono per lo più rossi, da diretto consumo, comuni e fini; vi sono però anche vini intensamente colorati, che servono abbastanza bene pel taglio con vini deboli, come non mancano i vini bianchi secchi e quelli dolci, fatti qualche volta con uve leggermente appassite. Fra i vini bianchi merita poi speciale menzione il moscato, base dei vermouth e dei vini spumanti, il quale occupa un notevole posto nella produzione di parte dell'Astigiano, dell'alto Monferrato e delle Langhe. Quanto ai vini rossi ve ne sono alcuni che si bevono dopo tre o quattro mesi dalla vendemmia; tali sono i vini prodotti nelle prime colline che s'addossano all'Apennino; altri invece, quelli degli altipiani prealpini, abbisognano di maggior tempo per maturare.(51)
Le colture dell'olivo, del tabacco, degli agrumi mancano affatto e scarseggiano quelle del lino, della canapa; vi hanno invece grande sviluppo quelle del castagno e del gelso, per cui nel 1894 si ebbero oltre 71 milioni di chilogrammi di bozzoli. Grande estensione hanno i prati, che danno da due a quattro raccolti, e servono poi di pascolo al gregge; le marcite si tagliano sino a otto volte in un anno.
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