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Ma senza le sue grandi strade, Torino e la valle superiore del Po giammai avrebbero avuto l'importanza che acquistarono nella vita economica. L'eccelsa muraglia alpina che lo separava completamente dalla Francia, dalla Svizzera e dalla Germania, gli Apennini, che rendevano difficili le comunicazioni col mare e con le valli dell'Arno e del Tevere, mentre il paese rimaneva aperto soltanto sui piani lombardi, facevano del Piemonte una delle regioni più chiuse ed impervie d'Europa. Una prima ferrovia unì Torino a Genova, e per essa al mare, e più tardi con l'Italia centrale; venne aperto, che parve miracolo, il valico del Cenisio, che doveva unire il Piemonte alle sue provincie transalpine e lo unì invece alla Francia, ed ora un nuovo valico, quello del Sempione, con le opportune correzioni ferroviarie, accrescerà la sfera d'azione del Piemonte verso la Francia orientale e la Svizzera. Altre linee solcarono gli Apennini, per congiungere Torino con Savona, Acqui con Genova, si avviarono per la valle del Po, o penetrarono nelle più importanti vallate alpine. Sì che oggi il Piemonte ha 1800 chilometri di ferrovie e un migliaio di tranvie a vapore, oltre ad alcune funicolari, tra cui una che sale al colle di Superga, mentre le strade ordinarie, anche quando saranno costruite tutte quelle assicurategli per legge, avranno in proporzione minore sviluppo che nella Lombardia e nel Veneto, intorno a 12,000 chilometri, sufficienti però, dove si computino le zone cui bastano le mulattiere o i sentieri.
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