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DEGIOZ, DI VALSAVARANCHE.
Da una fotografia delle "Alpi illustrate" dell'editore A. Fusetti di Milano.
[vedi figura 154.png]
Le valli che scendono dalle Alpi Marittime, specie quelle della Stura, del Gesso e della Vermenagna, mettono capo a Cuneo, "possente e paziente". La città tolse il nome dall'altipiano che si spinge come un cuneo sul confluente della Stura e del Gesso. Dai viali ombrosi, aperti al posto delle fortificazioni abbattute dopo Marengo, si gode una magnifica veduta sulle Alpi Marittime e sul Monviso; assai importante per i prodotti agricoli e pastorizii è il suo mercato; non vi mancano grandiosi palazzi e portici angusti che ricordano il medio evo. I suoi abitanti, sebbene di acuto e pronto ingegno, hanno dato occasione a leggende che attribuiscono loro goffaggini incredibili. A poca distanza sorge Mondovì, distinta in una parte alta o Piazza, che è l'antica città (518 metri), ed una parte bassa, Mondovì Breo, centro del commercio e dell'industria, che accoglie la maggior parte della popolazione; una funicolare unisce le due parti della città. A pochi chilometri sorge il santuario della Madonna di Vico, bellissima opera architettonica, cui traggono tanti pellegrini; più lungi si trovano la Certosa di Pesio, in una selvaggia valle tratto tratto ridente di pascoli, e la grotta di Bossea, nella valle della Corsalia, una delle più ampie e curiose del mondo illuminata ora a luce elettrica. Sulle rive del Tanaro sorge Alba, con la sua cattedrale del secolo XV, l'antica Alba Pompeia, che fu ai tempi romani una delle più grandi città dell'Italia settentrionale; più oltre si trova Bra, centro d'un importante commercio di vino, di bestiame e di tartufi.
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