Le Alpi Retiche, che dividono la Lombardia dalle valli dell'Inn e del Reno, le cui acque volgono a più lontani mari, sono un ammasso di roccie serpentinose e granitiche, le quali emersero squarciando e sollevando con ripetute eruzioni il fondo dell'Oceano primevo. Gli antichi sedimenti del mare, parte si inabissarono e confusero in quelle voragini roventi, aggiungendo mole a mole; parte riarsi e trasformati, serbando traccie delle antiche stratificazioni, coprirono i fianchi e i dorsi delle emersioni consolidate. Il torbido mare accumulò successivamente altri depositi, che si collocarono in giacitura orizzontale presso ai sedimenti anteriori già sollevati e contorti, e come progrediva l'opera delle emersioni, si manifestavano le diverse inclinazioni, e nelle masse così deposte dominava, secondo la successiva natura delle acque, ora la sostanza silicea, ora l'argillosa cementata di poca calce, ora la calcare. Così i serpentini verdastri e nereggianti composero, insieme ai graniti silicei, la catena delle Alpi Retiche, le roccie trasformate e le arenarie rosse, rivestite alle falde di ardesia, formarono, a guisa d'alto antemurale, la catena delle Orobie nelle cui propaggini meridionali i sedimenti calcari costituirono un altro ordine di monti, d'altezza poco meno che alpina. Una successiva serie di monti sotterranei produsse quella interrotta zona di emersioni pirosseniche e porfiriche, che sospinsero a minore altezza le masse delle stratificazioni, tra le quali si aprirono il varco.
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