La Lombardia ha nelle sue Alpi minori ghiacciai, sebbene quello solo del Forno misuri 8 chilometri in lunghezza ed altrettanti forse in larghezza, ed i ghiacciai del Bernina siano tra i più vasti d'Europa. Sono certo poveri avanzi dei ghiacciai immensi, che dal Sempione allo Stelvio si estendevano al sud verso i bacini occupati dai laghi Maggiore e di Como, riempiendo con le branche laterali la tortuosa cavità del lago di Lugano e poscia, dopo un corso di 150 e di 190 chilometri, si riversavano nelle pianure della Lombardia. Le numerose diramazioni del loro delta circondavano a guisa d'isole i contrafforti più avanzati delle Alpi. Ad oriente di codesta rete di ghiacciai, quello dell'Oglio e del lago d'Iseo, lungo appena 110 chilometri, le cui morene terminali, misurate dal De Mortillet, non hanno meno di 300 metri d'altezza, poteva sembrare una corrente secondaria; ma immediatamente dopo si dispiegava l'immenso fiume ghiacciato della valle dell'Adige, il più importante di tutti che solcavano le Alpi meridionali. Dalla sua origine, nell'ammasso dell'Oezthal, alle sue morene terminali al nord di Mantova, codesto fiume solido aveva quasi 280 chilometri di corso. Uno dei suoi bracci, avanzandosi verso l'est nella vallata della Drava, scendeva fino al piano di Klagenfurt, mentre la massa principale seguiva al sud la depressione dove scorre l'Adige, poscia si divideva in due correnti intorno al Monte Baldo, riempiva la cavità del lago di Garda e spingeva davanti a sè un vero baluardo semicircolare di alte morene.
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