All'epoca romana la navigazione si faceva liberamente fino al villaggio al quale la sua posizione, all'estremità settentrionale del lago, aveva valso, dicono, la denominazione di Summolacus, oggi Samolaco. Ma mentre il torrente Mera veniva colmando colle sue alluvioni la pianura superiore, l'Adda riusciva a tagliare il lago in due parti, frammettendovi una pianura paludosa. Al nord del delta non resta più che una striscia d'acqua, che va restringendosi di secolo in secolo, men profonda di 50 metri, il lacus dimidiatus, chiamato adesso lago di Mezzola. Presto o tardi codesta striscia d'acqua cesserà di esistere e sarà sostituita da un semplice letto del fiume serpeggiante nel piano. I miasmi che emanano dalle terre mezzo sommerse hanno sovente spopolato le località circonvicine. Il vecchio forte spagnuolo di Fuentes, che difendeva l'entrata della valle dell'Adda o Valtellina, era piuttosto l'ospitale della sua povera guarnigione.
Come l'estremità settentrionale del Lario, il ramo di Lecco per il quale esce l'Adda è tagliato in frammenti. Le alluvioni recate dai torrenti dal fianco del Resegone e delle montagne vicine hanno suddivisa la valle lacustre in una serie di piccole striscie d'acque riunite le une alle altre dall'Adda come un filo d'argento che attraversi le perle d'una collana. Il semplice lavoro della natura basterebbe presto o tardi a colmare tutte codeste cavità ed a trasformare la vallata lacustre in fluviale; ma l'uomo è venuto in aiuto agli agenti geologici onde creare alle acque dell'Adda un corso regolare attraverso gli sbarramenti di detriti che lo impedivano, e moderare gli innalzamenti di livello del lago di Como, che spesso si verificavano fino a 4 metri sovra il piano, minacciando i bassi quartieri delle città rivierasche.
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