LAGO DI MOLVENO COL GRUPPO DI BRENTA.
Da una fotografia del signor G. B. Unterverger di trento.
[vedi figura 197.png]
Ho ricordato il lago di Mezzola, antica estremità del Lario, oggi da esso separato per effetto delle alluvioni del Mera e dell'Adda; sebbene abbia una profondità massima di circa 70 metri, dove oggi si vede la tranquilla e melanconica distesa delle acque, nei secoli si vedrà certo una campagna come emerse nel Piano di Spagna. Oltre a questo, risalendo il bacino dell'Adda, troviamo molti laghi alpini, ricchi di trote squisite, meta a piacevoli escursioni, seducenti per le più svariate bellezze. Serbatoio famoso di trote prelibate è il lago di Emet, in valle di Lei, dove è ancora possibile cacciare il camoscio; nella stessa valle è il laghetto dell'Acqua Fraggia (acqua tracta) ed a poca distanza da Madesimo si trovano i laghi di Motta, e il lago Nero, dove gli orridi dirupi contrastano spiccatamente colle vette candide e l'azzurro del cielo. Pittoresco è il Palù, a 1950 metri, di 300 metri per 600, con le acque tiepide e limpidissime, dove con le fiocine caricate sul fucile si cacciano le trote, curioso lago, senza affluenti e senza emissario. Il lago del Pirola è un gran crepaccio pieno d'acqua, dal quale si scorge gran parte di Val Malenco; i laghi delle Scale sono fra i primi tributari dell'Adda, in mezzo a due torri che chiudevano il passo alle invasioni, specie quando si erano tolte "le scale", grossi travi, che soli consentivano di superare l'ardua parete che vi adduce.
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