Nella parte inferiore del loro corso, tutti gli affluenti del Po sono pure cinti di argini, come gli antichi letti fluviali ed i canali in comunicazione con l'acqua di piena. Complessivamente, la lunghezza degli argini eretti nella bassa valle del Po si può calcolare di un migliaio di chilometri. Inoltre lo stesso letto del fiume è attraversato in tutti i sensi da ripari di minore altezza che racchiudono campi e perfino vigneti. In pochi punti infatti l'acqua scorre immediatamente alla base dell'argine principale o di froldo; lo spazio lasciato alle acque di piena ha parecchi chilometri di larghezza e in via ordinaria il fiume misura appena da 200 a 500 metri fra l'una e l'altra riva. Resta pertanto una grande estensione di terreni liberi che gli abitanti rivieraschi hanno divisi in golene e circondati d'argini per proteggerli dalle piene ordinarie. Secondo le prescrizioni delle autorità, questi argini di golena debbono restare ad un metro e mezzo al disotto delle maggiori arginature di difesa, affinchè le grandi piene possano avere uno sfogo riempiendo dapprima gli innumerevoli serbatoi costruiti nei campi rivieraschi. Malauguratamente molti coltivatori, nell'intento di proteggere la loro proprietà anche a danno dell'intero paese, innalzano le loro arginature al livello del froldo e restringendo per tal modo il letto del fiume accrescono i pericoli d'inondazione generale. Ad onta di tutti i bei progetti proposti in nome dell'interesse pubblico, l'antico sistema che si riassume nel vieto proverbio: Vita mia, morte tua ! predomina ancora nei comuni e nelle autorità. E una volta era ben peggio, se Arturo Young ed altri scrittori narrano che spesso i fittavoli andavano deliberatamente a tagliare gli argini della riva opposta, onde salvare per tal modo le loro raccolte colla rovina del vicino.
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Vita Arturo Young
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