Per condurre entro la fossa della città i marmi del Verbano, il volgare ripiego di una chiusa per superare il pendìo delle acque additò ai Lombardi la mirabile invenzione delle conche. Fioriva la pittura con Gaudenzio Ferrari, coi Luini, colla scuola di Leonardo e nell'architettura civile si introduce a il nuovo stile vario e signorile che ebbe nome di lombardesco. Oggi le industrie di nuovo giganteggiano e questa regione più di tutte le altre d'Italia contribuisce allo sviluppo della sua ricchezza.
Assai grande è la varietà delle condizioni dell'agricoltura, sebbene non così come ai tempi in cui la descriveva Carlo Cattaneo. "Mentre in una parte del territorio il riso nuota nelle acque, un'altra non può abbeverare il bestiame se non di scarse acque piovane, o colaticce, o tratte a forza di braccia da pozzi profondi fino a 100 metri. Un distretto è continuo prato, verde anche nel verno, folto d'armenti, ridondante di latticini; un altro raduna a stento poco latte caprino, coltivando piuttosto a giardini che a campi il limone e l'olivo. Nei monti si coltiva la canapa ed è quasi ignoto il lino; intorno a Crema ed a Cremona il lino è primaria derrata campestre e la canapa è negletta. La pianura pavese si allarga in ampie risaie, poco cura il gelso, e la pianura cremonese ne ha le più folte e robuste piantagioni. Il vino è la speranza dell'agricoltura in ambo le opposte estremità del paese, nella boreale ed alpina Valtellina e nelle australi pianure di Canneto, di Casalmaggiore e dell'Oltrepò. L'agricoltura bresciana solca profondamente, a forza di bovi, un terreno tenace; la lodigiana sfiora i campi con un lieve aratro tratto da solleciti cavalli per non sommuovere le povere ghiaje sopra le quali il lavoro dei secoli ha disteso uno strato artificiale".(84)
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