L'ordinamento sociale è necessariamente diverso nella pianura, sui monti, fra le colline.(85) Nella pianura irrigua, ogni podere vuol essere ampio, perchè richiede complicate rotazioni, colture molto semplici, difficili giri di acque e una famiglia intelligente che ne governi l'azienda. Il proprietario, che non potrebbe appagarsi della vita rurale e solitaria in luoghi non ameni, vive in città, villeggia sui colli od all'estero, attende all'industria o vive nell'ozio. La coltivazione è diretta da fittavoli che devono essere di necessità capitalisti e talvolta possiedono altre terre che affidano ad altri coltivatori. Vivono sparsi nelle campagne, in casali isolati, in mezzo ad ogni abbondanza domestica, circondati di famigli e cavalli, in mezzo ad un popolo di giornalieri. Questi sono in condizioni poco invidiabili, spesso decimati dalle malattie, incuranti dell'istruzione, per lo più mal retribuiti ed ora appena avviati ad una organizzazione solidale, che, accrescendo le resistenze e dettando legge talvolta ai fittavoli, farà a poco a poco sparire questa classe, costringendo i proprietari a ceder loro le terre od a dirigerne la coltivazione.
Sulle colline, ubertose come il piano, coltivate come il monte, una contadinanza che di rado possiede la terra può dividere col padrone il vino, il frumento, i bozzoli, serbando per sè tanto da vivere colla famiglia. Questi abitanti, liberi di coltivare la terra a loro talento, le sono affezionati come se fosse loro proprietà e durano le famiglie da tempo memorabile, quando non ne diventino padrone, come nei siti meno lieti e più ripidi dove il cittadino non ama investire capitali.
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