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      In queste estreme regioni, dove la neve copre il terreno per molti mesi dell'anno, il pastore discende coll'armento lungo le valli, per risalire in estate sulle Alpi e rivedere nel fior della primavera i campi e i prati che lasciò squallidi d'autunno. Questi varii aspetti della vita agricola nel piano, ai colli, sui monti si spiegano talvolta in modo aperto e risoluto, ma per lo più trapassano dall'uno all'altro, con varia tessitura che il commercio e l'industria rendono più complicata. Laonde ben concludeva Carlo Cattaneo che "siffatta varietà palesa quanto l'agricoltura sia antica fra noi ed in quanti particolari modi abbia sciolto i singoli problemi che le varietà naturali del paese le avevano proposto".(86)
      La Lombardia è di poco inferiore al Piemonte per la produzione del frumento, mentre lo supera di buon tratto nella produzione del riso, che nella sola provincia di Milano si coltiva in quantità uguali alle provincie di Novara e Alessandria, e come ivi manca nelle altre due provincie; codesta coltura è insignificante in quelle di Bergamo e Brescia, e neppure esiste nelle provincie di Sondrio e di Como. Più che doppia è la produzione del granoturco, che si coltiva largamente in tutte le provincie, tranne a Sondrio, e di cui infatti si fa largo consumo, e quasi dovunque è diffusa la coltura degli altri minori cereali.(87) Assai inferiore al Piemonte e ad altre regioni d'Italia è invece la Lombardia nella produzione del vino, che non supera, un anno sull'altro, un milione o poco più d'ettolitri.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume V - Parte seconda - L'Italia
di Elisée Reclus
Società Editrice Libraria Milano
1902 pagine 794

   





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