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      Oltre che alle ferrovie, molto più fitte che in qualsiasi altra regione d'Italia, eccetto il Piemonte, e che mettono in comunicazione tutti i centri più importanti, dalla seconda linea costruita in Italia nel 1840, all'altra da pochi anni aperta nella Valtellina, la Lombardia possiede una rete di tramvie che superava nel 1899 i 1100 chilometri, e una rete di strade nazionali (406 chil.), provinciali (3563) e comunali (9772) che superano complessivamente 14,000 chilometri, con una proporzione oltrepassata a ragione di superficie dal solo Piemonte. La repubblica veneta, la dominazione austriaca nei suoi primi tempi, e specialmente Napoleone I, volsero le maggiori cure alle strade della Lombardia, che sono state completate dal governo nazionale. S'aggiunga che buona parte dei fiumi che solcano la Lombardia sono navigabili, a cominciare dal Po (per 320 chilometri), dal Ticino (32) e dall'Adda (51), e la rete dei fiumi è completata dai canali, che mettono in comunicazione tra loro anche i maggiori laghi, con un complessivo sviluppo di vie acquee di 1200 chilometri, superato solo dalla Venezia che raggiunge i 1340.
      La posizione sempre più centrale, che tale convergenza di strade assicura alla contrada, contribuisce con la meravigliosa fecondità delle campagne e gli altri suoi privilegi a fare della Lombardia, come di tutta l'Italia del nord, una delle parti più vitali del grande organismo dell'Europa. Il lavoro umano ha modificato la geografia primitiva: non più in Roma, ma nell'antica Gallia cisalpina si trova il centro della Penisola.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume V - Parte seconda - L'Italia
di Elisée Reclus
Società Editrice Libraria Milano
1902 pagine 794

   





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