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      Se per la scelta d'una capitale gli Italiani avessero preso di mira l'importanza reale nel mondo del lavoro, anzichè le tradizioni del passato, almeno quattro città della pianura del nord, Torino, Venezia, Bologna, ma specialmente Milano, avrebbero potuto sollecitare l'onore d'essere ciascuna la prima fra le sue pari. Imperocchè la metropoli lombarda, dove vengono a metter capo le sette grandi vie alpine del Sempione, del Gottardo, del piccolo S. Bernardo, dello Spluga, del Julier, della Maloia, dello Stelvio, è un emporio necessario. Senza le grandi vie, la valle del Po non avrebbe mai avuto nella storia d'Europa la grande importanza presente. L'alta muraglia ellittica delle Alpi la separava completamente dalla Francia, dalla Svizzera e dalla Germania; al sud il baluardo meno elevato degli Apennini rendeva difficili le comunicazioni con le valli del Tevere e dell'Arno: il paese restava aperto soltanto dal lato del mare Adriatico, di fronte ad una riva tagliata a picco e selvaggia, abitata ancora a' dì nostri, oltre le marine, da popoli semibarbari.
      In tutto il continente d'Europa non v'ha regione che sia più chiusa, la cui cinta di montagne sia più alta e difficile a valicarsi almeno per gli abitanti della pianura sottoposta; ma le grandi strade carrozzabili e le ferrovie hanno mutata una tale condizione di cose, e l'Italia del nord è divenuta pel commercio europeo uno dei principali centri di richiamo e di distribuzione. La configurazione del suolo e le vie di comunicazione naturali e artificiali concorrono a spiegare la fondazione delle città, sorte sulle rive dei fiumi, nei punti dove convergono i maggiori sbocchi alpini, sui colli che ne agevolano la difesa per opera di una gente gagliarda, operosa, estimatrice di sè e del valor proprio come poche altre al mondo.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume V - Parte seconda - L'Italia
di Elisée Reclus
Società Editrice Libraria Milano
1902 pagine 794

   





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