Da una fotografia dello stabilimento Alinari di Firenze.
[vedi figura 247.png]
Ma Milano è sopratutto celebre e a nessun'altra seconda come città industriale. L'industria e il commercio sono antiche glorie milanesi. Tommaso Mocenigo la chiamava il paradiso di ogni ricchezza: le lane di Milano si diffondevano in tutta l'Europa e le sue lame gareggiavano con quelle di Toledo, mentre vi si producevano "oro ed ariento filato, drappi di seta ed oro, fustani infiniti di varia bontà, pannine fine eccellenti, mercerie e formaggio squisito". Ai dì nostri Milano non ha vera e propria industria speciale, nè si può paragonare a Parigi; la sua attività industriale non vive soltanto di grande o piccola industria, ma tiene una via di mezzo, mentre non vi mancano grandi industrie metallurgiche, meccaniche, chimiche, tessili, tipografiche, in grandiosi opifici, che per macchinario, per estensione e potenza possono competere coi più rinomati d'Italia e dell'estero. Di codeste fabbriche sono sparsi anche i dintorni della città, i quali sono ben lungi dall'offrire la bellezza del paesaggio e l'amenità dei siti di altre città d'Italia. Scomparso fra le uniformi case moderne è quel Lazzaretto cui si annodavano tradizioni cittadine, ravvivate dal romanzo di Alessandro Manzoni, e gli edifici uniformi che si estendono dovunque rendono anche più melanconica la campagna, traversata da strade e da ferrovie ed irrigata dall'estesissima rete di canali, cavi, roggie, fossi che ne alimentano gli orti e le marcite.
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