A dir vero Monza si direbbe un sobborgo di Milano ed è del pari ricca d'industrie e formicolante di operai. Ma la città di Teodolinda è più rinomata per le sue reliquie longobarde e per la villa reale, dove dimorarono tutti i dominatori della Lombardia e per quarant'anni villeggiarono i reali d'Italia. Il Duomo di Monza, innalzato dalla pia regina, fu ristaurato da Matteo da Campione a spese di Matteo Visconti e coll'opera di quei maestri comacini, di cui quello fu il glorioso capo. Il tesoro di Monza, custodito nella sagrestia della cattedrale, comprende la tazza di zaffiro che Teodolinda offrì ad Agilulfo, la corona di quella regina, il celebre evangelistario e l'ingenuo simbolo della podestà regia consistente in una chioccia coi pulcini d'argento dorato; ma più di questi oggetti e più dei dittici, dei calici e delle croci, è celebre la corona ferrea, opera bizantina che la leggenda attribuisce all'imperatrice Elena e vuole racchiuda uno dei chiodi che servirono a crocifiggere Gesù Cristo. Dopo Berengario ed i molti re alemanni, cinsero la corona ferrea Carlo V, Napoleone I e Ferdinando I d'Austria ; fu poi portata a Roma ai funerali di Vittorio Emanuele e di Umberto, i due primi re d'Italia. Monza possiede altre chiese gotiche e barocche, l'arengario dove si riuniva il popolo, i forni costruiti dal terribile Galeazzo I Visconti, il monastero della Signora di Monza reso famoso dal Manzoni e dal Rosini. Nel locale della palestra ginnastica fu assassinato il 29 luglio 1900 Umberto I re d'Italia e dopo quei giorni nefasti fu chiusa la villa reale con i parchi immensi ed i giardini che sono tra i più vasti d'Europa.
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