La Pala di Santa si innalza come una grande piramide coperta di boschi e di prati, mentre il gruppo del Latemar eleva le cime aguzze delle sue dolomie, che, illuminate dal sole cadente, presentano uno dei più vaghi spettacoli delle Alpi. L'eruzione di granito roseo, sieniti, doriti, porfido, augitici e melafiri coprì in più luoghi la dolomia, metamorfosandola, mentre altrove, sul porfido quarzifero, si trovano le arenarie variegate e gli strati calcari e conchigliferi, talora con filoni di melafiro, di porfido augitico e di lave.(123) A questo gruppo si connettono le Alpi Fassane, tra le quali è celebre per la posizione, per l'imponenza, per l'elevatezza, per la stessa poesia gentile del nome, il gruppo del Rosengarten, una immensa selva di roccie, frastagliate, spaccate, contorte, intorno alle quali la fantasia dei due popoli ha creato le più graziose leggende. Fra quelle roccie, infatti, Laurino, re dei pigmei, condusse la bionda Similde, e per allettarla vi fece sorgere, per magico incanto, vasti giardini profumati; ma presto vi imperversò una fiera battaglia di pigmei e di giganti, di fatate astuzie e di violenze, sino a che re Laurino, vinto, trasformò i giardini in una selva selvaggia di orride guglie e si fece monaco. Altri narrano che ivi sorgevano palazzi stupendi, fra giardini incantati, dove le Armide dei dintorni, secondo altri le streghe (bregostane), si recavano ai notturni convegni a cavalcioni della scopa. Le cime dei Mugnoni sarebbero gli stregoni che, un giorno, flagellavano la valle; v'è tra esse il gigante smisurato, il fraticello che era andato ad affrontarlo coi suoi esorcismi, l'orso che egli aveva chiamato in aiuto: siccome le forze del cielo e dell'inferno furono pari, vennero tutti trasformati in rupi.
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