(124) La cima dominante è il Kesselkogel; B. Minnigerode la reputa per l'ampia veduta la più bella delle dolomiti, per cui se ne agevolò la salita con la capanna di Grasleiten, ma le è di poco inferiore e, sino alle ultime correzioni della carta austriaca, le contendeva il primato il Catinaccio (Ciadenac), che ha nome d'uguale origine (catino, catinaccio, caldaia), ed è forse più arduo, se rimase sino al 1878 vergine di piede umano, come lo sono tuttora una delle Torri del Vajolet e qualche altra punta. Il gruppo è più piccolo di quello di Brenta, ma ne forma la ripetizione per le altitudini, i passi profondamente incisi, le diramazioni costali, le valli parallele alla catena principale, l'erosione delle creste, dei campanili, dei denti e delle seghe fantastiche, per la dolomia che bizzarramente si eleva sulle due rive dell'Adige, mentre le torri e le guglie dei Rosszähne e della Pallaccia spiccano col colore oscuro dei neri porfidi vicini, sulle lucenti dolomiti. Vi si connettono le ardue e seducenti vette del Sasso Lungo (Langkofel), colle minori punte di Grohmann e delle Cinque Dita, una scogliera corallina sorta su porfidi augitici e arenarie, il grandioso bastione dolomitico di Sella, coi prati di Stuores, dove s'accumulano in numero sterminato i fossili di San Cassiano, onde sono pieni i musei d'Europa; la catena del Sasso di Capel e quella dello Schlern, che è quasi tutta fuori del Trentino. In queste montagne troveremo le valli ladine di Gardena, di Fassa, di Livinallongo, di Badia, coi costumi, il dialetto, le industrie originali, con una costituzione geologica, dove i calcari e le dolomie sono quasi sempre commisti ai porfidi e ad altre roccie eruttive.
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