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Le montagne Feltrine costituiscono una catena relativamente modesta, con brulle e nude pareti dolomitiche, alle cui basi si distendono terreni fertili, verdeggianti sino alle roccie, coperti di frutteti e di pampini dove li feconda il bacio del sole, di fitti boschi nereggianti nei lati settentrionali. Sovrasta a tutte le vette il massiccio bastione del Sasso di Mur; il Pavione e il facile Monte Vena, celebre per la flora, gli sono di poco inferiori; il punto di maggior depressione è il passo della Finestra, per cui da Feltre si va a Primiero. Alle ultime falde del monte di Vedana, presso il monastero, si stende un campo desolato di rovine titaniche, che la leggenda attribuisce ad un terribile sfacelo del monte Peron, ma la scienza inclina a considerare siccome avanzo di una morena del Cordevole. I confini settentrionali del gruppo toccano la zona degli schisti cristallini, coperti dal calcare conchiglifero, ed, ai lati di esso, si estendono in due lunghe striscie le formazioni più recenti del calcare grigio liasico e dei terreni cretacei.(126)
Il più imponente di questi gruppi, il più celebrato e naturalmente il più caro agli alpinisti, è quello della Pale di San Martino, con le vette aguzze sulle quali domina, ammantata di ghiacci, la superba Vezzana, e spicca, colla punta che pare inaccessibile, il Cimon della Pala, che G. Ball chiamò il Cervino delle Dolomiti. Non meno ardue sono le vette della fantastica Pala di San Martirio, di Ball, del Sass Maor, di Fioccobon, mentre molti, dal rifugio degli alpinisti tridentini, salgono alla facile Rosetta, o raggiungono nella catena centrale la Cima Fradusta e le altri minori, o nelle orientali il monte Agner e gli altri che gli fanno corona.
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