Tra queste vette si aprono passi ardui come quello di Travignolo e delle Comelle, di Pradidali e di Roda, e facili valichi come quello di Rolle, dove passa la magnifica strada militare da Primiero a Predazzo. Il gran ghiacciaio del Cimone, coi crepacci temuti, quello della Fradusta, ed i due minori della Pale e di Fioccobon occupano poco più dell'uno per cento di un'area che fu una volta loro dominio incontrastato. "Visto da Paneveggio, da Rolle, da San Martino di Castrozza, dalle valli coperte di nere boscaglie, questo gruppo sembra un castello smantellato, con le torri, gli spalti, le mura, le barriere, le guglie quasi in bilico, sempre in balìa dei più leggieri movimenti tellurici. Al tramonto, quando il sole dardeggia su quelle creste, la scena si trasfigura rapidamente nelle parvenze più strane, e tutti i colori, tutte le sfumature dell'iride, che fantasia di artista possa sognare si succedono con vertiginosa prestezza. Certo quei frati, che, nel Medio Evo, posero la loro stanza dove oggi sorge il celebre soggiorno alpino di San Martino di Castrozza ammiravano la natura".(127) La dolomia bianca, cristallina, non stratificata, di cui consta l'anello corallino sorto nel mare triasico, dove ora s'ergono le Pale di San Martino, è stata erosa in modo da dar origine alle più ardite guglie che fantasia d'artista possa immaginare, e audacia di alpinisti desiderare, ed è tuttodì siffattamente erodibile, che i fianchi della montagna sono tutti uno sfacelo, ad ogni stagione scendono per gli erti canaloni, minacciano e spesso travolgono gli audaci mossi all'assalto delle cime agognate.
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