Lo sono meno ancora il Pau, il Bertiaga, il Sunio, e le altre dell'orlo meridionale, mentre tra questa e quella si divalla una vasta conca di calcari del lias, del giura e della creta, con avanzi morenici, con ampie praterie e boschi verdi e salubri, che le rendono uno dei più ameni soggiorni delle Alpi. Anche qui, come nel Carso e nel Cansiglio, le acque scompaiono dentro a loro, pirie, buse, slünte, talune assai profonde, ed in gran parte inesplorate. Oltre il Brenta si eleva il Grappa, visibile da quasi tutta la pianura veneta, alla cui ombra Feltre deve i rigidi verni, ed oltre il quale si dilungano le colline terziarie di Possagno, i poggi ridenti di Asolo, il bosco del Montello che coi dossi ormai denudati, colle marmitte e gli altri fenomeni geologici rivela l'azione dell'antico ghiacciaio del Piave. Le prealpi bellunesi sono circondate da tre lati dal Piave e dalle vette del Col Visentin, per i poggi erbosi di Mondragon, digradano ai colli viniferi di Feletto e di Conegliano.(136)
Due gruppi separati quasi perduti nella pianura veneta formano i colli Berici e gli Euganei. I colli Berici si elevano appena a 420 metri, coi due dossi del San Gottardo e di San Giovanni, ed occupano un'area di 420 chilometri quadrati, celebri per le traccie basaltiche, per i covoli o caverne naturali, per le palafitte del lago di Fimon, scarsi d'acque, attraversati da più strade, popolati di ville su tutte le estreme pendici. Più elevato è il gruppo degli Euganei, che col Monte della Madonna raggiunge i 527 metri, e i 603 col Venda, avanzo di antiche manifestazioni vulcaniche, anzi di un solo gigantesco vulcano, che continuò le sue eruzioni anche durante il periodo terziario.
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