Ivi si scoprirono i pali che reggevano le abitazioni lacustri, e si trassero alla luce armi, stoviglie ed altri oggetti che ci parlano degli antichi titoplidi, onde assai prima d'ogni storico ricordo fu abitata la regione.(138)
La regione veneta è povera di laghi, ma di rimando si può dire davvero il paese dei fiumi. Questi l'hanno in gran parte creata; questi senza l'assidua opera dell'uomo l'avrebbero distrutta, cioè ridotta ad una vasta palude. Il Po entra nel territorio veneto al confluente della Secchia e del Mincio, e ne segna col filone principale il confine meridionale, tra le provincie di Rovigo da un lato, di Modena e Ferrara dall'altro. In questo tratto del fiume sono state in ogni tempo, ma specialmente nei più lontani secoli, frequenti ed importanti le erosioni e le inondazioni. Al tempo dei Romani, e ancora nel secolo decimoterzo, il ramo principale del delta era il Po di Volano, che poi si è quasi prosciugato; rimaneva una sottile corrente fra le paludi, la quale, durante le piene, serve di canale di colmata alla laguna di Comacchio. Due altri rami scorrevano più al sud, attraverso questa stessa laguna, e il loro antico letto è indicato dalle tortuose elevazioni sulle quali si sono costruite le strade carrozzabili. Non si sa in qual epoca siano scomparsi, ma nel secolo ottavo vennero sostituiti da un altro ramo, il Po di Primaro, che sboccava in mare non lungi da Ravenna, e il corso inferiore è ora tutto occupato dal Reno. Nel 1152 avvenne una nuova biforcazione in senso inverso.
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