Si considerano quali sorgenti dell'Adige le polle d'un ruscello che sorge a 1571 metri e si precipita dopo breve corso nel laghetto di Reschen. Uscito da questo, riceve il Karlinbach, scende al lago di Haider, traversa rapido il piano di Mals, ed a Glurns accoglie il Rammbach. A questo punto l'Adige sente già nei nomi l'olezzo dei fiori italici; colla pendenza media ancora, forte di 13 metri al chilometro, attraversa la Val Venosta sino a Merano, per scendere più tranquillamente a Bolzano. Ha già percorso 98 chilometri, quando muore in esso l'Isarco rivale, sceso dallo Steinjoch, col Pflersch e col Rienz, per 85 chilometri di corso assai più veloce, recando all'Adige copia maggiore d'acque e detriti abbondanti. Dal confluente coll'Isarco all'ultima chiusa delle Alpi, dove riceve il torrente Tasso, l'Adige è lungo 130 chilometri, con una pendenza media di 114 centimetri, insufficiente a scavare il letto ed a resistere ai torrenti alpini, che, cogli abbondanti coni di dejezione, lo costringono a piegare a destra od a sinistra. Superata una chiusa di roccie granitiche e dolomitiche fra Salorno e Cadino entra nel territorio trentino, per volgere lento sino a Mezzotedesco, fra torbiere e terreni acquitrinosi. Il letto, che fra Merano e Bolzano varia da 40 a 50 metri, si allarga a 60, a 70 presso Trento, s'aggira intorno a 100 metri sino al confine del Regno, raggiunge i 130 presso Verona e si allarga poi con una media di 155 da Verona al mare.
Nel corso della storia, l'Adige è stato fiume non meno errabondo del Po. Appena è uscito dall'angusta chiusa delle sue montagne calcari e dalla stretta artificiale dei forti e delle mura di Verona, incomincia la parte incostante del suo alveo attraverso la pianura.
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